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Acufeni: cause, sintomi e cure

Avete presenti quei rumori tanto fastidiosi, spesso anche piuttosto intensi, che siamo soliti percepire in uno o in entrambi gli orecchi? Si chiamano acufeni, e sono uno dei fastidi più comuni e frequenti di sempre. Alcune volte vengono percepiti come dei fischi acuti (più o meno come fosse il suono di una pentola a pressione), altre volte si presentano sotto forma di ronzii, mentre in parecchi altri casi li avvertiamo per mezzo di suoni variabili che finiscono per coinvolgere l’intero udito. Ma al di là della loro forma, gli acufeni si presentano sotto molteplici vesti anche per quanto riguarda il loro grado di intensità: la forza dell’acufene è un elemento da prendere in seria considerazione per capire l’entità del disturbo che si cela sotto il suono.

Ci sono diverse ragioni per le quali una persona possa arrivare a soffrire di acufeni. Tra questi segnaliamo i deficit uditivi, ovverosia dei processi patologici che coinvolgono l’orecchio in forza di fattori genetici, traumi, irritazioni e processi degenerativi legati all’età o all’uso di farmaci definibili come ototossici, oppure possono comparire per qualche minuto dopo una comune anomalia respiratoria come uno sbadiglio molto forte o un singhiozzo; stiamo perciò parlando di situazioni momentanee e spesso di entità niente affatto preoccupante. Un’altra causa scatenante di questo disturbo è da addossare al fattore psiche, poiché è risaputo come alcune condizioni particolarmente stressanti possano condurre – tra le altre cose – anche al sorgere degli acufeni.

Un’altra via da non sottovalutare è l’ipotesi somatica: in questo caso il disturbo non ha nulla a che vedere con l’udito inteso in senso stretto, poiché non è altro che una risposta a situazioni non ottimali a carico di qualche vaso sanguigno, o di articolazioni temporomandibolari o ancora di una particolare struttura muscolare. Non a caso la ricerca medica ha scoperto che alterazioni cranio-cervicali e di tipo temporo-mandibolare possano effettivamente dare origine agli acufeni.

In ultimo, gli acufeni possono sorgere anche come campanello d’allarme di un tumore encefalico sebbene questo sia solito presentarsi in forma assolutamente benigna.

Abbiamo già fatto un piccolo cenno in merito all’aspetto sintomatologico. Ma ribadiamo che gli acufeni, quando lo fanno, si presentano tramite una fitta varietà di suoni che possono andare dal ronzio al tintinnio, dallo stridore ai soffi, fino ai sibili ed ai fischi; la percezione di questi suoni può poi essere costante oppure intermittente, spesso forte e talvolta anche meno forte. Quale che sia la modalità tramite cui gli acufeni cominciano a farsi vivi nell’udito della persona, resta il fatto che occorra procedere alla loro cura se si desidera che il proprio stile di vita non finisca con l’essere compromesso da un fastidio tanto banale!

È naturale che la cura degli acufeni vada stabilita di caso in caso, ovverosia proiettata alla causa specifica che è all’origine stessa del disturbo. Ad ogni modo, il più delle volte la terapia degli acufeni ha luogo per mezzo di farmaci antiossidanti e citoprotettivi (solo in una piccola percentuale di casi è consigliabile intervenire col cortisone).

Nel caso in cui il disturbo sia addossabile a motivazioni di tipo psicologico, al paziente verrebbe consigliato di sottoporsi a sedute di psicologia o psichiatria così da rimuovere il fastidio direttamente dalle cause che lo hanno scatenato. Per lo stesso motivo vengono prese in esame anche terapie fisiatriche e gnatologiche laddove si siano individuate componenti somatiche a carico del collo, delle spalle, delle articolazioni o dell’apparato temporo-mandibolare.

In ultimo, uno dei rimedi che vanno per la maggiore è sicuramente la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), una terapia che riuscirà a far convivere il paziente con questo suo disturbo tramite sedute di desensibilizzazione, esercizi ad hoc e tecniche di arricchimento sonoro.

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